Lunedì 19 Gennaio sono stato ospite di Red Ronnie nella trasmissione “Barone Rosso” .
Non mi limito a condividere il video (che trovate in replica qui di seguito), ma voglio sottolineare perchè questa intervista è stata particolarmente importante per il sottoscritto.
Rinunciando fin da ora all’opzione di intavolare un discorso organico, mi limito a fare una lista dei…
I 6 MOTIVI PER I QUALI L’INTERVISTA CON RED RONNIE E’ STATA UN EVENTO DA RICORDARE
- Essere intervistati da Red Ronnie è come essere invitati ad un pranzo vegano cucinato da Paul McCartney (oppure è come suonare un brano dei Beatles con il medesimo). Voglio dire…Red ha intervistato i più grandi, Paul incluso per rimanere in tema. Anzi, ha anche portato a casa una delle rarissime interviste a George Harrison nel periodo post-Beatles (tanto rara che compare anche nel documentario che Martin Scorsese ha dedicato al chitarrista). La lista dei nomi è veramente imponente (David Bowie, Mick Jagger, Fidel Castro per citarne alcuni).
- Red è uno dei giornalisti che si è sempre battuto per mantenere una voce indipendente (da tutto e da tutti) e che ha sempre cavalcato, anzi anticipato, tutte le forme di comunicazione. A partire dalla carta stampata, alla radio, alla televisione, fino ai supporti multimediali ed ora lo streaming.
- La trasmissione “Barone Rosso” è per me un sunto di tante cose che amo e con le quali sono cresciuto. Le pareti stipate di vinili, il logo che ricorda sia l’album “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” che “Il circo volante dei Monty Python”, per non parlare di Bonvi e delle Sturmtruppen (fumetti che ho letto grazie alla collezione di papà Andrea).
- Il tono colloquiale, amichevole e scanzonato dell’intervista. Non amo chi si prende “troppo” sul serio, e a mia volta mi sento in imbarazzo a parlare troppo seriamente del mio lavoro (facciamo musica non chirurgia cardiaca…). Red è un intervistatore amico, nel senso che colloquia come si farebbe con un caro conoscente, parlando del più e del meno. Ma attenzione…se deve fare una domanda scomoda non si tira indietro e qui è la differenza con tanta stampa specializzata (in Italia come all’estero) che tende ad osannare tutto e tutti durante le interviste, pur di garantirsi la presenza nelle grazie di questo o quel musicista. E’ amichevole ma non amicone (c’è una bella differenza…)
- E’ uno dei pochissimi che sostiene (da sempre e comunque) la musica indipendente. Pur avendo una colonna sonora ed un film in gara agli Academy Awards, nessuna testata specializzata (nè di cinema nè di musica) si è degnata di diffondere la notizia. Gli unici sono stati alcuni blog di settore, gli immancabili Colonnesonore.net e Cinemaitaliano.info, qualche cronaca locale ed il sito della SIAE. Silenzio assoluto da parte del resto della stampa. Red Ronnie, informato della notizia (che avevo chiesto semplicemente di diffondere in rete) è andato oltre dedicando a me e soprattutto alla mia musica un’ora di trasmissione.
- Perchè sono uno di quei musicisti che da studente si prendeva delle “lunghe pause studio” per guardare Help e Roxybar, e che hanno subissato Red di demo in musicassetta ( si, prima del cd e molto prima degli mp3 e della musica “liquida”). Il signor Ronnie è uno dei responsabili della formazione musicale di tanti di noi, musicisti e/o appassionati di buona musica.
Il tutto, è il caso di ricordarlo, per amore della musica e dei musicisti. Quante volte ci chiedono di fare concerti o di scrivere musica per “fare promozione” o “ottenere visibilità” quando il realtà lo scopo è quello di non investire budget di alcun tipo sulla musica? Beh il signor Ronnie è uno di quelli che offre veramente visibilità e che lavora ogni giorno da decine di anni affinchè gli artisti possano esprimersi.
Grazie Red