In nessun ordine particolare…senza distinguere tra cassette, cd e vinili…per i motivi più svariati…con foto degli originali in mio possesso.
Perchè 16 ? Perchè non sono riuscito a toglierne uno per arrivare a 15 o 6 per compilare una Top Ten.
E’ una lista incompleta, sia cronologicamente che a livello di importanza, sono semplicemente gli album che ad oggi ho ascoltato più volte di tutti gli altri.
SGT. PEPPER LONELY HEARTS CLUB BAND (THE BEATLES)
I Beatles fanno parte del DNA di ciascuno di noi, li conosciamo e basta come sappiamo che il cielo è blu e l’erba è verde. Come tutti conoscevo i brani più famosi (quelli da compilation per intenderci) e li ho un pò sottovalutati quando facevo il liceo: all’epoca ero “intrippato” con la musica sperimentale di Zappa e con il rock progressive, figurati se mi interessavano i 4 baronetti che suonavano i 3 accordi di Twist and Shout. Poi un pomeriggio a casa di Cristiano (compagno di mille avventure musicali e fine conoscitore dei Fab4) mette sul giradischi “A Day in The Life”. E’ stata una rivelazione bomba…la canzone in se, l’uso dell’orchestra, il finale e soprattutto il disco che letteralmente non finisce mai. Ho pensato “fermi tutti…qui c’è dell’altro” e con Sgt. Pepper è iniziata la mia scoperta dei Beatles.
ESCO DAL MIO CORPO E HO MOLTA PAURA (ELIO E LE STORIE TESE)
Gli Elio e le Storie Tese sono il gruppo che ho seguito più di tutti, l’unico del quale abbia tutti i dischi e dei quali non mi perdo un tour (distanze permettendo). Ho iniziato ad ascoltarli come molti negli anni ‘90 con le cassettine copiate dall’amico dell’amico, troppo golosi come gruppo il misto di musica suonata benissimo e di testi che passano dal goliardico all’assurdo colpiva al primo ascolto. Da li ho incominciato a seguirli…e anche a “pedinarli” , ricordo di aver telefonato diverse volte a Rocco Tanica per chiedergli come avessero fatto questo o quel brano, da dove avevano campionato quel suono e via dicendo. Avevo 16 anni. “Esco dal Mio Corpo e Ho molta paura” è il mio disco preferito, un bellissimo live in studio, dove si sente (a mio parere) lo spirito più vero del gruppo senza troppi artifici, sovraincisioni e post produzioni, semplicemente un gruppo che suona benissimo musica incredibile e divertentissima (basti pensare alle improvvisazioni non nella musica ma nei testi!)
THE WALL (PINK FLOYD)
Il disco che in assoluto ho ascoltato più di tutti, fino ad oggi. Nella foto c’è il doppio cd ma prima di acquistarlo ho consumato non una ma due musicassette, il primo nastro l’ho letteralmente “stirato” a forza di ascoltarlo. E’ un capolavoro di musica, ricordi, immagini, sogni ed incubi, c’è di tutto in quelle canzoni. E’ anche l’album che ho ascoltato (insieme ad “Scomporre e Ricomporre” del quale parlo più sotto) prima dell’esame di maturità, della patente, di ogni esame universitario…e tutt’ora ogni volta che prendo un aereo o devo superare una prova importante, ha il potere di tranquillizzarmi e di farmi sentire “a mio agio”.
WHITE ALBUM (THE BEATLES)
Come si usava “una volta” in cassetta duplicata (notare il lavoro di scrittura a macchina dei titoli fatto dal sopracitato Cristiano). Non saprei come descrivere questo lavoro se non “Beatles a briglia sciolta” o “in fase di scioglimento” . Si respira comunque nell’album un senso di libertà estrema, dato probabilmente dalle singole personalità che emergono più che in altri lavori e dunque dalla varietà di generi musicali che compare nella tracklist… vogliamo parlare di “Revolution n 9” ?
BACK IN THE WORLD (PAUL MCCARTNEY)
Disco live del 2003 la prima volta che ho visto Paul McCartney dal vivo…una rivelazione. 3 ore (3 !!!) di concerto al fulmicotone, voce al top…in finale di scaletta Sgt. Pepper Reprise e non aggiungo altro. Durante la permanenza di Paul a Roma abbiamo più volte tentato di avvicinarlo, ci siamo andati vicini (anche molto) ma non ci siamo riusciti (una sera eravamo in 5 davanti al suo hotel, ma si sono intromesse le Iene che volevano fargli cantare I can’t get no satisfaction). Nell’album si alternano brani della carriera solista del Macca a brani scritti durante l’epopea beatlesiana, il tutto suonato da una band incredibile con un sound contemporaneo, ma allo stesso tempo rispettoso degli originali.
PROMENADE WITH DUKE (MICHEL PETRUCCIANI)
Un bel regalo di compleanno di Marco e Diego, insieme ad un cd della Chick Corea Electric band. E’ stato il disco che mi ha fatto innamorare del Jazz quando ero in realtà tutto preso dal progressive rock. Petrucciani è un genio del piano, in questo disco solista si cimenta nel reinventare le melodie immortali di Duke Ellington.
THE ROCK MASTERS (A.A.V.V)
E’ il primo disco in vinile che ricordo di aver comprato di mia spontanea volontà, avevo 12 anni e papà mi ha accompagnato in un negozio di dischi, mi sono portato a casa questa raccolta di classici del rock ‘n roll e la colonna sonora del “Segreto del Sahara” di Ennio Morricone, con il quale dopo molti anni avrei studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
SCOMPORRE E RICOMPORRE (FABIO CONCATO)
Avrei troppe cose da scrivere riguardo questo album, Fabio Concato è un poeta vero uno di quelli che riesce a descrivere la quotidianità in maniera semplice utilizzando immagini e parole bellissime. In questo album riprende brani del suo repertorio storico e li smonta uno ad uno per poi riarrangiarli. La mente musicale dietro questo lavoro è il grande Carlo Gargioni, un amico che purtroppo oggi non c’è più. Gli arrangiamenti sono tutti i suoi e sono geniali, ascoltate “Ti muovi sempre” e “La Nave”, ma anche tutto il resto perchè non c’è un singolo arrangiamento sbagliato in tutto il cd. Ci sono troppi ricordi legati a questo disco, ed è questo il bello della musica, un brano, un disco ci appartiene e ci si attacca al cuore ed alla mente non solo per la musica che c’è dentro ma anche per le persone che ci ricorda quel disco ogni volta che lo ascoltiamo. Amavo questo album ancora prima di conoscere e frequentare Carlo che ho appunto conosciuto una sera a cena insieme a Fabio Concato dopo un suo concerto a Pescara dove appunto portava dal vivo i bellissimi arrangiamenti presenti in questo disco.
SINGLES A’s & B’s (DEEP PURPLE)
Quando ho iniziato ad ascoltare musica Rock con una certa coscienza, ai tempi del liceo, sono andato a ricercare quei gruppi nei quali le tastiere o il pianoforte avevano un certo peso, da qui la mia passione, ovvia, per i Deep Purple. Da ragazzino suonavo con un gruppo che si chiamava “Quelli del Piano di Sotto” perchè suonavamo nello scantinato della parrocchia, immediatamente sotto la chiesa del paese (Don Cesare puntualmente ci tagliava la corrente perchè eravamo poco osservanti circa l’orario delle Sante Messe…). Lo scantinato ospitava l’attrezzatura di un gruppo storico degli anni 60 della nostra regione, gli Elite 115 e noi avevamo il privilegio di poter utilizzare per le prove la loro attrezzatura (che era per noi imponente). Questo per dire che a 14 15 anni avevo a disposizione un VERO organo Hammond per fare le prove…potevo non innamorarmi dei soli di John Lord? L’album in questione contiene i singoli ( i lati A e B) pubblicati dal gruppo, una bella cavalcata dei loro maggiori successi.
LIVE (PAOLO CONTE)
La cassetta in questione ha girato molto nello stereo della macchina di mio papà ed io lentamente e subliminalmente l’ho assorbita. Anzi le ho assorbite visto che il disco in questione è un doppio. Anche questo disco è un live e vi si può ascoltare una delle migliori formazioni che abbiano mai accompagnato Paolo Conte, al sax c’è Antonio Marangolo con il quale poi ho avuto la fortuna di suonare nella Dams Jazz Orchestra diretta da Teo Ciavarella. Ricordo anche di essere stato ad uno dei concerti della tournèee che ha dato vita all’album, ovviamente trascinato dal mio papà. Di quel concerto ricordo solo il suono morbido e confortevole del gruppo…ma non le singole canzoni anche perchè dopo un paio di brani ho iniziato a dormire serenissimamente (avrò avuto dieci anni…sono perdonato?)
IMAGES AND WORDS (DREAM THEATER)
Negli anni ‘90 se si era un tastierista e si amava il progressive rock non si potevano ignorare i Dream Theater. Mi piacevano molto i suoni di Kevin Moore (il synth di Pull me Under ha fatto storia) ed in particolare la ballad con i tempi composti Wait for Sleep. Con la fuoriuscita di suddetto tastierista ho smesso un pò di ascoltare questo gruppo, dopo aver imparato a suonare i loro brani (ed aver fatto brevissimamente parte di una Tribute Band), mi sono reso conto che questo tipo di Rock Progressivo era un pò senza anima, tecnicamente eccellente ma forse troppo schematico. E’ all’epoca che ho iniziato ad interessarmi per reazione alla musica Jazz.
VIAGGIO SENZA VENTO (TIMORIA)
Gli anni ‘90 sono stati particolarmente interessanti per il rock italiano, oltre ai primi Litfiba si sono contraddistinti per originalità e qualità i Timoria, rock puro, bei testi (merito per lo più di Omar Pedrini) e melodie incredibili, alla voce c’era un certo Francesco Renga (che poi si è dedicato alla carriera solista). In quegli anni suonavo con i Keep Out, gruppo che suonava originali e cover, avevamo in repertorio anche diversi brani dei Timoria. Di questo CD non ho inserito la foto dell’originale perchè quel cd che ho consumato non so più dove sia finito, l’originale è passato mille volte di mano in mano, i miei amici Andrea e Fabio ne sanno qualcosa.
JERRY LEE LEWIS (THE MERCURY SESSIONS)
E’ il primo cd che abbia mai acquistato. Per il mio compleanno (o per Natale non ricordo) ho chiesto di ricevere un lettore CD, andavo avanti ancora a cassette, e ho scelto un lettore portatile (credo sia stato della AIWA). Il problema è che non avevo ovviamente neanche un CD e che, vista la spesa del lettore, non potevo spendere molto per acquistare i supporti. Sono andato così a cercare nel “cestone delle offerte” e ho pescato uno dei miei pianisti preferiti, Jerry Lee Lewis.
GREATEST HITS II (THE QUEEN)
Questo è stato invece il mio secondo CD l’ho trovato nella calza (deformata) della Befana. Il primo brano dei Queen che ho ascoltato in vita mia è stato Bohemian Rhapsody. Ricordo distintamente il momento, eravamo nella palestra del Liceo ed in un momento di pausa Fabio mi passa le cuffie del Walkman e mi dice: “Senti qui!” , e giù con tutti quei “Mamma Mia” e “Galileo”, sono stato catturato immediatamente. Quando mi è stato regalato questo cd conoscevo già i Queen e li avevo ascoltati più e più volte in cassetta, l’ascolto in digitale in cuffia è stato molto più interessante perchè la qualità mi permetteva per la prima volta di apprezzare al meglio i suoni ed il lavoro di produzione. Avendo all’epoca a disposizione solo questo CD e quello di Jerry Lee Lewis, li ho alternati in repeat sul lettore fino allo sfinimento.
YES STORY (YES)
Pur essendo entrato nell’era del CD non ho mai abbandonato l’ascolto della musica in cassetta, avevo una modesta collezione ed inoltre le pile del walkman duravano di più di quelle del lettore CD portatile. Il nastro in questione fa parte di una compilation più ampia, di due nastri, ho scelto questo in rappresentanza semplicemente perchè contiene Roundabout, Close to the Edge e I’ve Seen All Good People. Degli Yes adoro in particolare la commistione di parti strumentali complicatissime e di melodie vocali di ampio respiro, il mix rende i brani, potenzialmente ostici all’ascolto, orecchiabilissimi ed interessanti. E’ una caratteristica non scontata, che non ho trovato altrettanto incisiva in altri gruppi Progressive (come i Rush ad esempio o i Kansas che ho “frequentato” molto meno)
Ho avuto il piacere di incontrare Rick Wakeman (il tastierista storico degli Yes) ad una delle tante fiere degli strumenti di Rimini, ora Yotube (che gronda ti test, tutorial e recensioni di strumenti) ha sostituito un pò questi eventi che erano l’unica opportunità di provare ed ascoltare i nuovi strumenti, trovare spartiti rari (oggi facilmente rintracciabili su Amazon) e soprattutto incontrare musicisti incredibili. La pratica è ormai in disuso soprattutto in Italia dove più volte si è tentato di riorganizzare una Fiera della Musica (con scarsi risultati vista la mancanza di idee e di stand interessanti), mentre il NAMM negli states e la MusikMesse in Germania vanno ancora alla grande.
NEVERMIND (NIRVANA)
Negli anni ‘90 ero Grunge, insieme all’amico Fabio al liceo vestivamo camicie di flanella a scacchi, con t-shirt SOPRA, ed immancabile cappello di lana. Sono stato molto colpito dal suicidio di Kurt Cobain che ho comunque sempre biasimato per gli eccessi ed il modo di presentarsi sul palco (l’autodistruzione, l’artista maledetto in sè per sè non mi hanno mai affascinato). Rimane comunque un album che ho consumato a nastro nella versione in cassetta nel mio walkman, ero attratto dall’essenzialità dei suoni, dalle armonie insolite e dalla batteria di Dave Grohl. Penso tutt’ora che i Nirvana siano una delle cose più interessanti e a loro modo innovative uscite dagli anni ‘90.