La Sindrome della Pagina Bianca è il termine usato per indicare quella situazione in cui dobbiamo scrivere o comporre ma rimaniamo bloccati di fronte al foglio bianco senza ispirazione. Non sappiamo da dove cominciare né cosa fare. E’ un fenomeno che accomuna tutti i creativi come scrittori, pittori ed ovviamente i compositori.
Quali sono le tecniche per evitare la sindrome della pagina bianca, cioè rimanere ore, giorni o settimane senza scrivere? Esistono tecniche e rimedi per evitare che questo blocco si manifesti o quanto meno si protragga. Per chi scrive musica senza scadenze, musica assoluta come dice Morricone, potrebbe non essere un problema. Non ho urgenze, non ho nessuno che mi mette fretta, quindi posso gestire il tempo come voglio. Se però lavoriamo su commissione non ci sono scuse, soprattutto per quanto riguarda i film, dove noi siamo una delle tante persone che si occupano della post-produzione e dal nostro lavoro dipende quello di altri professionisti, per cui se non consegniamo in tempo tutto si blocca. Non dimentichiamo inoltre che abbiamo contrattualmente delle scadenze legate all’uscita del film nelle sale o alla messa in onda in televisione.
Questi sono i miei consigli per evitare la sindrome della pagina bianca o per superarla:
1) Il consiglio numero uno è di stimolare i vostri sensi. Quando non abbiamo ispirazione potrebbe essere una buona idea lavorare per sinestesie. La sinestesia è quel procedimento che in poesia associa lo stimolo di una sensazione alla reazione che dovrebbe venire da un altro stimolo, ad esempio dire “colore caldo” è una classica sinestesia perché il colore, toccandolo, non è realmente caldo. Se dovete scrivere una composizione sulle foglie autunnali, non è una cattiva idea uscire a fare una passeggiata per sentire gli odori e ammirare i colori dell’autunno se ci troviamo in questa stagione. Se non è autunno, può essere utile una ricerca su Google immagini. Ci si può creare una libreria di immagini che aiutino a stimolare la composizione. Il più delle volte questo è sufficiente per sbloccarsi. Uno stimolo molto efficace è quello che riguarda gli odori. Pensate ad esempio allo stimolo della legna bruciata. Si tratta di uno stimolo molto forte, che resta impresso nell’immaginazione. Sembra un trucchetto metafisico, però vi assicuro che funziona e vi può essere molto d’aiuto.
2) Il secondo consiglio è di prendere un po’ d’aria. Prendetevi un po’ di tempo lontano dallo studio. Seguendo diversi seminari con vari compositori di diversa esperienza, ho appreso che il tempo speso fuori dallo studio di registrazione è, per l’ispirazione, prezioso quanto quello passato dentro lo studio. Se non riuscite a lavorare in quel momento, uscite a prendere una boccata d’aria. Uscite dallo studio sia fisicamente che mentalmente. Questo consente di allontanare l’attenzione dal problema di non riuscire a scrivere, di liberare la mente e pensare. Non pensare ossessivamente al lavoro che dobbiamo fare, pensare più in generale. Ed è in quel momento che di solito vengono le idee migliori. Questo consiglio è valido non solo per quando ci troviamo bloccati. E’ un consiglio che vi dò a priori prima di iniziare a scrivere. Prima ancora di mettere le mani su uno strumento o di mettere la matita sul pentagramma è molto utile avere un’idea. Dire “voglio fare questo”, “scriverò una musica in tre quarti”, è già un primo passo importante perché esclude tutta una serie di altre possibilità. Quindi sai che vuoi scrivere una musica in tre quarti, che non sia un valzer, che abbia come strumenti principali il contrabbasso e l’ottavino ad esempio. Escludiamo in questo modo una serie di variabili. Quindi farsi una passeggiata prima ancora di scrivere è un ottimo consiglio sia in caso di blocchi che in assenza di essi.
Apro una breve parentesi. John Williams dice che il nostro lavoro è solo il 10% di ispirazione. L’ispirazione esiste ma non è la parte principale, è una parte minima. Per coglierla dobbiamo essere molto fortunati e in una situazione di relax e capacità di assorbire le idee che vengono. Mozart diceva una cosa molto bella e cioè che tutta la musica esiste già, però non è stata ancora trascritta. L’ispirazione è quando noi riusciamo a captare dall’aria, dall’energia dell’universo queste musiche che già esistono e le mettiamo su carta. Però ripeto è una minima parte del lavoro.
L’idea del compositore che cerca l’ispirazione è un’idea che deriva dall’epoca storica del Romanticismo ma in realtà è una pretesa un po’ vanesia. Da che mondo è mondo i compositori sono stati legati a scadenze. La musica assoluta è una cosa molto recente ed è una parte minima nella vita del compositore. Mozart, Bach e tutti i grandi fino al Romanticismo scrivevano su commissione. Gran parte del loro lavoro era questo. Qualcuno gli chiedeva un certo tipo di musica, o quanto meno una musica per un certo tipo di evento o per uno scopo ben preciso, e loro scrivevano.
L’ispirazione come la conosciamo è un’idea molto poetica ma non corrisponde alla realtà del nostro mestiere, per cui dobbiamo fare di tutto per stimolare la nostra volontà di scrivere.
Dobbiamo prendere coscienza di ciò altrimenti finiamo come i compositori che impazziscono e maledicono gli dei e gli spiriti che non gli inviano l’ispirazione.
3) La terza idea, legata alla seconda, è quella di praticare attività fisica. Se siete come me, e fate parte della categoria di gente che da ragazzini che avete passato più tempo a fare i creativi che a praticare sport, sarete degli adulti un po’ pigri. Io sto riscoprendo l’attività fisica in età adulta. E’ una cosa che aiuta moltissimo. Non dovete fare le Olimpiadi. Io ad esempio trovo molto utile la corsa leggera, senza ammazzarsi, perché è uno sport solitario, che consente di pensare. L’attività fisica ci aiuta a rilassarci, ad abbassare lo stress e la pressione del sangue e aiuta a lasciar fluire le idee. Un po’ come la passeggiata, ma in realtà ancora più efficace perché un corpo ben allenato consente di abbassare anche i livelli di stress e farci essere più recettivi. Oltretutto correndo possiamo ascoltare musica oppure guardarci intorno ed avere molti stimoli. E’ utile uscire con un telefono, su cui appuntare le nostre intuizioni.
4) Il quarto consiglio è a proposito di prendere appunti. Hans Zimmer dice che il nostro mestiere non è tanto scrivere musica ma essere pronti a scrivere musica perché non sappiamo quanto e quando ci verrà richiesto di scrivere. Nel nostro mestiere si passano mesi a cercare il prossimo ingaggio, a fare provini, a contattare registi, a prendere appuntamenti. Si può stare anche molto tempo senza lavorare ad un progetto grande di composizione e poi ci si ritrova all’improvviso con la necessità in tre o quattro settimane di consegnare un’ora, un’ora e mezza di musica composta, orchestrata, arrangiata, registrata, mixata e tutto. I tempi sono sempre strettissimi. Viviamo in questa dicotomia assurda di dover aspettare tanto e poi, all’improvviso, di dover fare tutto in fretta. Quindi bisogna, come dice Zimmer, essere pronti immediatamente. Come si fa ad essere pronti? Questo è un ulteriore consiglio che vi do. Innanzitutto scrivendo tutti i giorni. Scrivere tutti i giorni qualsiasi cosa vi venga in mente. Durante un seminario che ho seguito anni fa ad Umbria Jazz anni fa un insegnante della Berklee ci consigliava di scrivere un tema ogni giorno. A fine anno vi ritrovate con più di trecento temi. Il tema potrebbe essere di quattro, cinque battute, non deve essere necessariamente una composizione completa. E’ un’ottima idea quella di scrivere qualcosa di minimo ogni singolo giorno perché si crea un’abitudine e se noi lavoriamo di abitudini quando poi dobbiamo lavorare velocemente in vista di scadenze diventa tutto molto più semplice.
5) Vale lo stesso discorso dell’improvvisare qualcosa tutti i giorni. In un mondo ideale noi ci svegliamo venti minuti prima di quello che facciamo di solito, ci mettiamo alla tastiera con le cuffie (magari le altre persone in casa dormono) e improvvisiamo qualcosa. Questo potrebbe essere un ulteriore consiglio. Improvvisare qualcosa tutti i giorni di mattina presto, quando non siamo ancora completamente coscienti ci aiuta ad avere delle idee che sono fresche, che non sono legate all’emisfero del cervello che guida la logica e il ragionamento ma a quello che guida della creatività e l’ispirazione. L’ispirazione è un qualcosa che deriva dal rielaborare cose che abbiamo già dentro, che abbiamo già digerito. Insomma improvvisare qualcosa ogni giorno per dieci minuti e registrarla ci da modo poi i giorni successivi di “sbobinare” quello che abbiamo suonato e tirarci fuori un tema, un’idea ritmica, un’idea melodica, una sequenza di accordi particolari che possono tornarci utili se rielaborati. Questo oltretutto ci consente di crearci una mini library di materiali che ci possono venire in aiuto quando ci troviamo in difficoltà. Io ho il mio quaderno, a cui sono molto affezionato, con tutti i miei appunti e certe volte lo riguardo quando sto lavorando in fretta ad un progetto e non so proprio dove sbattere la testa. Oltre a fare i conti con noi stessi che ci creiamo da soli dei blocchi, il blocco si crea anche quando riceviamo un feedback dal regista o dal produttore. Quando troviamo il tema che pensiamo sia perfetto, arriva il regista e ci boccia l’idea. Quindi quando pensiamo di aver trovato l’idea giusta arriva qualcuno che ci blocca e ci taglia le gambe. E’ drammatica la cosa per la nostra situazione creativa. In quei casi, invece di andare in crisi, dato che non possiamo permettercelo perché bisogna comunque consegnare, bisogna trovare la quadratura del cerchio assolutamente e rapidamente. Avere questo bel quadernino con tanti temi, tante idee scritte, ci “salva il sedere” nei momenti di difficoltà. Vi assicuro che lì troverete il tema che vi occorre in quel momento perché è qualcosa che abbiamo già selezionato, un’idea che abbiamo ritenuto valida e oltretutto ci dà la possibilità di far ascoltare molto materiale al regista. Quindi il diario quotidiano è una cosa molto utile.
6) Il sesto consiglio riguarda il “diario dei sogni”. Sembra una cosa new age o mistica, ma una cosa che trovo molto utile per l’ispirazione è concentrarsi sui propri sogni. Non mi riferisco ai sogni di gloria o ai desideri, ma proprio ai sogni che facciamo di notte quando dormiamo. Questo perché il sogno è una parte subconscia della nostra mente nella quale riordiniamo le nostre idee. Prendete l’abitudine di segnare su un diario, su un’agenda, su un quadernino quello che sognate la notte. Potrebbe essere anche solo un’idea, come il nome di una persona, se non riuscite a ricordare vividamente tutto il sogno. Fatelo appena vi svegliate e questo piano piano vi consentirà di ricordare sempre più quello che sognate. E questo è utile come fonte di ispirazione. Se prendiamo l’abitudine di fare questa cosa, di concentrarci su questa parte della nostra vita, sarà come vivere un’altra vita, immaginaria e immaginifica, dove possiamo fare di tutto, fino ad arrivare al sogno vigile, che è quel sogno in cui sappiamo di stare sognando e in cui possiamo coscientemente controllare e fare tutto. Sembra una metodologia molto strana, ma vi assicuro che funziona. In realtà tutto quello che facciamo a livello creativo è riflesso della nostra esperienza quotidiana. Se io vivo in Italia e nelle Marche avrò un certo tipo di esperienza nella vita rispetto a quella che avrà un compositore che vive a Parigi, di fronte alla torre Eiffel, che sarà diversa da quella del compositore che vive a Roma in una borgata, che sarà ancora diversa da quella di un compositore che vive a Los Angeles. Non c’è una classifica del meglio o del peggio, ma ci sono diverse esperienze di vita ed io sono convintissimo che il posto in cui viviamo e come viviamo influenza la nostra creatività e il nostro modo di scrivere più puro, quello che riguarda l’ispirazione. Siccome il sogno è una seconda vita ci permette di avere ulteriori stimoli, oltretutto senza limiti fisici. Abituarsi a sognare e trascrivere i nostri sogni ci da una fonte di ispirazione molto efficace, molto utile per scrivere musica, ma in realtà per scrivere qualsiasi cosa e anche per disegnare.
7) Questo si collega anche ad un altro consiglio che è di tenere un diario dove appuntare idee, sogni e dove è possibile appuntare anche esperienze quotidiane. Io spesso trovo ispirazione per scrivere un brano completo, anche lungo, dai titoli. A volte andando in macchina, facendo sport, correndo, sognando mi vengono idee per dei titoli e molte volte i titoli costituiscono una fonte di ispirazione per dei brani. In questo diario tenete traccia di tutto questo: titoli di canzoni, di brani musicali, idee per orchestrazioni, sogni, piccole idee melodiche, sequenze di accordi. Questo diario sfogliatelo nei momenti di blocco e troverete al 99,9% l’idea o lo stimolo che servirà a sbloccarvi. In questo diario potete mettere anche foto e dipinti. Se vedere un’immagine su internet che vi piace stampatela e incollatela in questo diario del compositore perché è uno stimolo che anche a distanza di anni potrà sbloccare quella sinapsi che era incastrata e dare il via alla composizione. Una volta che vi sarete sbloccati vedrete che la corrente della scrittura andrà dritta. L’importante è partire.
8) Consiglio numero otto: se nessuno dei consigli precedenti ha sortito effetto il consiglio è di provare a praticare la mindfulness, cioè “l’essere presenti”, coscienti a ciò che ci succede. Non è una cosa da fare quando ci manca l’ispirazione ma è una cosa da fare tutti i giorni per sviluppare alcune capacità della nostra mente che soprattutto nell’epoca moderna vengono sopite. Che cosa vuol dire essere presenti: pensare, nel momento stesso in cui stiamo facendo una cosa, solo ed esclusivamente a quella cosa. E’ un qualcosa che non facciamo quasi mai. Mentre guidiamo stiamo pensando non alla strada, alla macchina che c’è davanti, alle siepi che ci sono, al colore del cielo, al colore della casa che è alla nostra sinistra, ma mentre stiamo pensando a quello che facciamo o che faremo nel fine settimana, a quello che dobbiamo fare la sera, la spesa che dobbiamo fare, cosa mangeremo a pranzo o a cena. Questo porta la mente ad essere un po’ schizofrenica, a non essere concentrata, a non vivere il presente a non vivere l’istante. La nostra mente è proiettata o nel passato, con una componente depressiva che porta a rimuginare con nostalgia o rimorso sul passato, ma senza possibilità di intervenire su di esso, oppure è portata a proiettarsi nel futuro, con una componente ansiosa, che ci porta a preoccuparci o a fantasticare su quello che è il futuro elaborando tutta una serie di possibilità che per lo più non si avverano. Che cosa c’entra con la composizione? C’entra perché l’unica cosa che noi possiamo controllare come artisti è il momento presente e spesso il blocco della creatività avviene perché non riusciamo a concentrarci sul momento presente. Se siamo abituati a ragionare in questa maniera non abbiamo il blocco dello scrittore perché semplicemente siamo abituati a vivere il momento presente e non a rimanere bloccati nel passato o nel futuro. Sul web ci sono migliaia di testi e video per sviluppare questa tecnica che è anche il cuore della meditazione. Ho iniziato a praticare da adulto la meditazione cercando il tempo nei momenti liberi e questo mi è stato molto utile per reimparare a vivere il momento presente, cosa che i bambino fanno normalmente. E’ la scuola che inizia a creare in noi le ansie per il futuro e i rimorsi nei confronti del passato. Il bambino vive nel momento presente. Dobbiamo recuperare questa componente molto infantile e modificare il nostro modo di ragionare che è proiettato nel passato o nel futuro, che è molto legato alla tecnologia. Ad esempio la nostra mente da anni a questa parte ha cominciato a lavorare in multitasking. Però il multitasking non è una cosa che appartiene alla nostra mente, è una cosa che appartiene al computer. E’ un modo di lavorare in parallelo. Il computer riesce a fare più operazioni in parallelo. Il nostro modo di ragionare è lineare. Quindi dobbiamo riscoprire questo modo di far lavorare la nostra mente, ovvero fare una cosa alla volta, lavorando nel presente. Questo ci porta ad essere molto rilassati perché facendo più cose alla volta si crea comunque stress perché la nostra mente non è pensata biologicamente per fare più cose contemporaneamente. Quindi recuperiamo questo modo di fare le cose una alla volta. Lasciamo il multitasking al computer.
9) Ed in questo mi collego anche al decimo consiglio di fare una cosa alla volta, cioè quando componiamo, componiamo. Ci mettiamo davanti al pianoforte o davanti al foglio di carta con la matita ed eliminiamo tutti gli intermediari. Sconsiglio vivamente di scrivere al computer perché il computer è una forma enorme di distrazione. Se pensate che Debussy si era legato alla scala esatonale per avere minori possibilità di combinazioni in confronto alla scala a dodici toni, perché meno possibilità si hanno più la creatività deve lavorare, voi pensate a quante possibilità ci lascia il computer. Quindi la sindrome della pagina bianca del compositore che vive nel Duemila è tanto maggiore quanto più ci si lega alla tecnologia. Se io pretendo di scrivere al computer, la mattina mi sveglio, apro Cubase, apro una traccia e poi comincio ad aprire VST, potrei passare un giorno intero solo a scegliere quale VST far partire. Posso passare mesi ad ascoltare tutti i preset e a scegliere quello giusto. Quindi il computer ci apre una quantità tale di variabili che ci crea a priori un blocco. Già il blocco si crea davanti allo strumento perché le possibilità ritmiche, melodiche, sono talmente tante, talmente varie che abbiamo l’imbarazzo della scelta, figuriamoci davanti al computer dove questo imbarazzo della scelta è moltiplicato ai massimi livelli. Al computer io consiglio di mettercisi dopo che si è avuta un’idea iniziale, dopo che abbiamo iniziato a lavorare sul foglio a questa idea iniziale e dopo addirittura che abbiamo avuto delle idee sull’orchestrazione di quell’idea iniziale. Se abbiamo una parte scritta per pianoforte, o in generale una parte melodica, come mi consigliò una volta Conrad Pope, il più grande orchestratore vivente che si occupa di colonne sonore e non solo, una volta che abbiamo finito la composizione armonico-melodica è troppo presto per arrangiarla al computer. Passiamo ancora per l’orchestrazione, anche minima fatta con carta, matita e gomma. Quindi consiglio grande per evitare il blocco: state lontanissimi dal computer. La grande scelta di variabili è solo una parte della distrazione che possiamo avere, l’altro problema del computer è che è collegato alla rete, quindi se ci arriva una mail, rispondiamo alla mail. Se non rispondiamo alla mail, la nostra mente ogni tanto ci ricorda che dobbiamo rispondere alla mail ed elabora la risposta. Questo fa partire tutto un meccanismo: iniziamo a pensare che dobbiamo scrivere ad altre persone e partono una serie di cortocircuiti solo relativi alle email. Per non parlare poi dell’attrattiva e del dramma a livello di distrazione e di deviazione dell’attenzione che provocano tutti i social network. Nel corso che tengo ogni anno al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma una parte è dedicata all’utilizzo sano per un compositore di internet e dei social network. Ovviamente sono uno strumento di distrazione assoluto. Immaginate che se noi la mattina ci mettiamo in testa di lavorare e se la prima cosa che facciamo è accendere il computer prima di iniziare a scrivere ed essere efficaci ci mettiamo due ore. E’ passata la mattinata insomma. Non possiamo perdere tempo, non dobbiamo perdere tempo. I social network dobbiamo eliminarli dalla nostra vita lavorativa. Io vi consiglio a questo punto di non accendere per niente il computer se volete scrivere oppure, se non sapete scrivere musica, mettetevi allo strumento e registrate delle idee. Poi le rielaborate in un secondo momento al computer. Però mettersi al computer per scrivere è un’utopia. Forse per qualcuno potrà funzionare, ma io penso che siano casi rarissimi. Che non si riesca ad essere effettivamente efficaci. Quindi il computer teniamolo spento, così come teniamo spento il telefono, che è la stessa cosa. Alcuni messaggi possono essere utili a livello lavorativo perché magari provengono da un regista o da un produttore. Come gestire la cosa? Fate in modo di dedicare alcuni momenti della giornata ai social network. Dalle sei alle sette di sera, quando ormai sono stanco di scrivere, dedico un’ora precisa a rispondere alle mail, controllare la timeline di facebook, fare pubbliche relazioni perché anche quelle sono importanti per il compositore, ma non riguardano la composizione.
10) Lasciatevi ispirare da altri artisti. C’è un vecchio detto che dice che gli artisti mediocri copiano, gli eccellenti rubano. Venire ispirati da altri artisti è una cosa utile soprattutto dove avviene nel subconscio, quindi non si tratta proprio di copiare. E’ ovvio che ognuno di noi si ispira ad uno o più artisti. Quello che ascoltiamo è importante. Consiglio quindi a tutti di ascoltare molta musica per essere ispirati ma non colonne sonore altrimenti andiamo a fare la copia della copia della copia. Già siamo invasi da Hans Zimmer che da solo scrive milioni di colonne sonore. Poi abbiamo gli artisti della Remote Control che è la casa di produzione di Hans Zimmer, che sono una sorta di imitazione di Hans Zimmer. Spesso a noi chiedono di fare l’imitazione dell’imitazione di Hans Zimmer. Se volete scrivere musica per il cinema dovete abbandonare la vostra anima di fan di colonne sonore. Fatevi ispirare da altre cose. Io ad esempio ascolto molto jazz, musica classica d’epoca, di compositori ormai morti ma anche di compositori contemporanei. Ascolto anche molte cose rock. Una volta all’anno mi faccio una bella mangiata delle migliori colonne sonore uscite, ma non vado a prendere ispirazione da quelle, le uso solo per andare a trovare delle idee per un’orchestrazione. Ascoltate musica è una fonte d’ispirazione. Non fatelo quando siete bloccati. Quando scrivo musica io sono lontanissimo dall’ascolto, lo faccio quando non devo scrivere o non sono immerso in un progetto. Questo è utile perché possono venire fuori delle cose a posteriori. Non sono mai melodiche, armoniche ma sono di orchestrazione.
11) Collegato a questo consiglio è l’idea di mettervi al computer per fare dei mockup orchestrali, per analizzare degli score. La cosa interessante è prendere una partitura orchestrale completa di Williams, Desplate, Shor, Mozart, Stravinsky, Vogiak, Bussie, dei compositori che preferite e dedicare un’oretta a prendere lo spartito completo per orchestra e analizzare e mettere giù sul vostro template orchestrale due o tre battute al giorno di quella particolare composizione. Bastano anche piccole cose. Non dobbiamo fare tutto. Questo ci permette in parte di analizzare e approfondire l’orchestrazione e in parte di trovare delle idee interessanti che poi ci appuntiamo. I mockup orchestrali di altri artisti sono un’ottima idea non per copiare gli altri artisti ma per prendere spunto ed ispirazione.
12) Ultimo consiglio, che è il più importante di tutti: non procrastinate. Procrastinare è il blocco principale. Rimando perché non ho il VST necessario oppure perchè non ho la matita giusta per comporre o perché non ho il suono di pianoforte giusto. Sono tutte scuse che creiamo noi stessi per rimandare il lavoro e rimandiamo il lavoro perché abbiamo paura di iniziare. Il blocco dello scrittore avviene perché cerchiamo delle scuse per rimandare. Quindi consiglio fondamentale è iniziare. Poi se quel brano che scrivete adesso non andrà bene. per questo momento, lo utilizzerete sicuramente in futuro. Della musica non si butta via niente. I temini stupidi venuti fuori in una fase poco ispirata torneranno sempre utili per una pubblicità o staranno lì per anni e poi verranno fuori. Però comunque iniziate. Mettetevi al pianoforte con carta e matita e scrivete qualcosa. Fatelo tutti i giorni. Si dice che chi ben inizia è a metà dell’opera però io dico che chi inizia, anche male, ha già buona parte dell’opera fatta.
Spero che questo articolo vi sia utile per non avere in futuro i blocchi dovuti alla paura, al terrore della pagina bianca. Il consiglio di base è comunque di fare, scrivere tutti i giorni. Anche perché uno dei blocchi principali è legato alla paura del fallimento, alla paura di scrivere qualcosa di sbagliato e di essere poi criticati. Il blocco nasce dalla paura di scontentare tutti ma noi dobbiamo lavorare prima di tutto per noi stessi perché la nostra musica deve essere unica e pura, senza condizionamenti esterni, quindi non dobbiamo crearci questi blocchi.
Quindi scriviamo quello che a noi piace, poi se non piace al regista, poniamoci anche dei problemi di scelta. Forse non è la collaborazione ottimale per noi. Impariamo così anche a scegliere e selezionare i progetti nella maniera giusta. Cerchiamo di essere quanto più possibile puri e non scriviamo solo per accontentare quel regista o quel critico o quello spettatore medio o mediocre ma facciamo contenti prima di tutto noi stessi. Se una cosa ci piace vuol dire che rispetta la nostra personalità e noi dobbiamo insistere sicuramente su quello.
Per tutte le domande scrivetemi sempre sulla pagina Facebook di Kristian Sensini. Siamo arrivati quasi a diecimila contatti. Continuate così perchè ovviamente mi fa piacere.