Al seguente link potete leggere una bella intervista, opera di Eric Ritattore, dedicata al mio lavoro per i film di Signe Baumane
Si è detto che questo è un musical, e dunque le sette note ricoprono in esso un ruolo fondamentale, intrinseco alla narrazione e alla stessa caratterizzazione dei personaggi. A questo proposito, entra in scena un tassello italiano dello ‘spartito’: Kristian Sensini, talentuoso compositore e musicista marchigiano, pianista e flautista con alle spalle studi di musica classica e jazz, che a 43 anni vanta già una ricca e variegata carriera tra composizioni per film e programmi TV, documentari, e progetti d’animazione. Ha collezionato una decina di nomination per la migliore colonna sonora al Jerry Goldsmith International Film Music Award, e ha vinto due volte il Global Music Award per la colonna sonora del film horror “Hyde’s Secret Nightmare” e per il suo album solista “KuartetS”. Nel 2014 ha vinto il ColonneSonore Award grazie al suo lavoro nel già citato “Rocks in My Pockets”, da cui ha inizio la fortunata collaborazione con Signe Baumane.
Lo abbiamo contattato durante il Festival di Annecy e, con grande gentilezza e disponibilità, lui ha accettato di concederci una piccola intervista:
GZ: Quando hai incrociato la tua strada con il cinema di Animazione? Era già un tuo interesse o ci sei arrivato per altre circostanze?)
KS: Ho sempre amato il cinema di Animazione, è un mezzo dalle infinite potenzialità narrative. Apprezzo particolarmente quei film nei quali si può avvertire la mano dell’artista, sono un po’ allergico ai progetti in CGI. A livello professionale le mie prime esperienze risalgono a quando ho frequentato il Laboratorio di Musica per Film del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Durante il corso ho svolto delle esercitazioni nelle quali occorreva, ovviamente, creare musica originale per dei cortometraggi. Io ho scelto diversi corti di Animazione, ho intuito che potevano consentirmi una ricerca sonora diversa e che avrei potuto sperimentare più liberamente. Durante una di queste esercitazioni ho avuto una “illuminazione” che è poi diventata fondamentale per il mio lavoro: il Cinema di Animazione non è un genere ma una tecnica diversa per raccontare. Da qui è nata la necessità di scrivere Musica non necessariamente da “cartoon”, ma musica che non sminuisse la dignità di questa Arte.
GZ: Cosa ti ha catturato di “Rocks in My Pockets”? Come è avvenuto l’incontro con Signe Baumane?
KS: L’incontro con Signe è avvenuto casualmente, come è normale nel nostro ambiente. Dopo aver sperimentato e aver scritto musica per alcuni cortometraggi, ho iniziato a sentire la necessità di scrivere musica per un film di animazione completo. Mi sono messo alla ricerca di progetti di Animazione che in quel periodo risultavano in produzione o pre-produzione. Ho contattato quindi Bill Plympton, importante artista dell’animazione USA, nominato due volte agli Academy Awards per alcuni suoi lavori. Avevo letto che stava lavorando ad un nuovo film e ho semplicemente scritto per chiedere se avesse bisogno di un compositore che si occupasse della colonna sonora per il suo progetto. Dopo qualche giorno mi ha risposto (cosa che raramente avviene in Italia…) dicendomi che no, non aveva bisogno di Musica ma che una sua collaboratrice, Signe Baumane, stava lavorando al suo primo film di Animazione ed era, per puro caso, alla ricerca di un compositore. Dopo un paio di giorni Signe mi ha scritto proponendomi “Rocks in My Pockets: un buffo film sulla depressione”. Il tema mi ha catturato immediatamente, ho scritto alla mia agente a Los Angeles e le ho detto, fai il possibile per ottenere questo ingaggio, non mi interessa se è un film indipendente, penso ci siano molte possibilità per la mia Musica. L’aspetto grafico così puro e sperimentale mi hanno affascinato. Ho poi letto lo script e realizzato alcuni demo per un paio di scene, Signe è rimasta molto colpita dai miei demo e dalle moltissime idee che le ho inviato nei primi giorni e così è nata la nostra collaborazione. La cosa buffa e che mi chiedi dell’”incontro” con Signe ma in realtà non ci siamo mai incontrati! Collaboriamo dal 2013 ormai, ma ci siamo parlati solamente al telefono, via Skype o via mail, lei non è mai venuta in Italia (anche se ha vinto il premio Sky Arte al Festival di Trieste) ed io non sono mai andato a New York.
GZ: Il metodo/processo di lavoro: di pari passo con la lavorazione o fase indipendente? Quali differenze tra i due film?
KS: Nel primo progetto (“Rocks in my Pockets”) sono entrato nel team quando il film era ormai pronto e montato. E’ stato un lavoro indipendente nel senso che Signe mi ha dato totalmente carta bianca, io le mandavo le mie proposte musicali e lei le approvava, una dopo l’altra, non abbiamo mai avuto discussioni e non ho dovuto presentare diverse idee per le varie sezioni del film. E’ una fortuna unica poter lavorare in questa maniera, direttamente con il regista, e trovare una persona che condivide le tue idee. Ricordo di aver riscritto un’unica scena, quella nella quale la giovane protagonista (che è poi Signe stessa, il racconto è in gran parte autobiografico) lascia la casa dei propri genitori. Io avevo scritto una musica vagamente malinconica, mi ero immedesimato nei genitori che vedono la propria figlia andar via per sempre, e per associazione di idee, ho pensato una musica che avesse lo stesso mood di “She’s Leaving Home” dei Beatles. Niente di più sbagliato. Signe mi ha gentilmente detto “Attenzione, il punto di vista è quello della ragazza, lei sta conquistando la propria indipendenza e libertà”. Ho scritto di conseguenza quello che poi sarebbe diventato uno dei temi principali del film, che appare anche, riarrangiato per l’intera orchestra, nei titoli di coda del film. Il film è caratterizzato dalla presenza costante della voce della regista stessa, come narratrice onnisciente, la musica doveva svolgere il compito di accompagnare e sostenere questa voce, senza mai distrarre gli spettatori dalla storia.
Nel secondo film, “My Love Affair With Marriage”, al quale sto ancora lavorando, il processo è diverso perchè il film nasce, da copione, come un Musical. Nello script erano presenti diversi testi di canzoni (scritti dalla regista), c’è stata quindi una lunga fase di preproduzione nella quale ho scritto ed arrangiato le 23 canzoni presenti nel film; abbiamo quindi registrato questi brani ancor prima dell’inizio del lavoro di animazione perchè Signe ha dovuto poi disegnare ed animare le scene nelle quali i personaggi cantano o ballano. Mentre ti scrivo stanno ultimando le animazioni del film, una volta fatto provvederò a comporre la colonna sonora vera e propria che farà da collante in tutto il progetto e collegherà tra loro le varie canzoni. A parte questi dettagli tecnici penso che siano due progetti molto diversi, ma conservano comunque lo stile inimitabile di Signe, sia a livello grafico che narrativo. Mi piace molto il suo sense of humour ed il sense of wonder che mette in ogni suo lavoro, Signe ha un’energia incredibile e riesce a trattare con naturalezza molti argomenti che nella società occidentale sono tabù… figuriamoci nel Cinema di Animazione!
GZ: Come descriveresti il cinema di Signe Baumane, anche dalla prospettiva della sinergia con la musica?
KS: Il Cinema di Signe è un coloratissimo Luna Park, ha un ritmo incredibile, ed è quindi semplice, e anzi naturale, scrivere la Musica. In alcuni progetti la Colonna Sonora, che è uno degli ultimi elementi narrativi ad entrare in gioco, ha il difficile compito di dover correggere dei difetti che sono insiti anche nel copione o nella storia, per non parlare della recitazione o del montaggio. Non è sicuramente questo il caso, la Musica diventa una ulteriore protagonista. Signe è una regista molto generosa, non teme che la Musica possa prendere il sopravvento, mi ha fatto sempre sentire come un co-autore del film e non un collaboratore che fa parte delle necessarie maestranze. La sinergia tra Musica ed Immagine è dunque totale e nella loro interazione entrambe vengono valorizzate.
GZ: Hai in cantiere nuovi progetti legati all’Animazione?
KS: Al momento mi sto concentrando su questo lavoro, uscirà nel 2021, che è praticamente dietro l’angolo. Sono comunque alla ricerca di nuovi progetti, anche seriali ed anche di diverso tipo. Sono il papà di un meraviglioso bimbo di tre anni e mezzo, mi piacerebbe poter lavorare ad un bel film che può vedere anche lui e potergli dire con orgoglio: “La Musica di questo film… l’ha scritta il tuo papà”.