Sono abbastanza vecchio da aver acquistato da bambino dei Vinili, o meglio da aver chiesto a mio papà di comprarli per me. In regalo di solito arrivavano i 45 giri dei cartoni animati, che conservo ancora gelosamente. Quando avevo 12 anni la Rai trasmetteva lo sceneggiato (non si chiamavano ancora “fiction” nè tantomeno “serie”) “Il Segreto del Sahara”, non ricordo di aver visto una singola puntata, ma ricordo benissimo l’emozione nell’ascoltare la musica della réclame (non si diceva trailer o promo). Chiesi al mio papà di portarmi in un negozio di dischi per acquistare quella Colonna Sonora, questo è stato il mio primo cosciente acquisto di un disco a 33 giri. Era un disco di Ennio Morricone. Mio papà mi ha fatto sempre vedere molto bel Cinema, soprattutto italiano, con la complicità delle illuminate programmazioni della televisione di Stato e privata e con lo zampino del registratore Betamax che permetteva di conservare e rivedere, e rivedere, e rivedere.
Le Colonne Sonore di molti di quei film sono state firmate dal Maestro, più di 500 in tutta la sua lunga carriera.
Anni dopo, consapevolmente o meno, ho iniziato a comporre Musica, inizialmente per me poi per il Cinema e la Televisione. Il Maestro è stato sempre un punto di riferimento, per le mille idee, per il suono innovativo, per quelle melodie che ti strappano l’anima e sembra non debbano finire mai.
Il 4 Dicembre del 2010 a Pesaro ho avuto la fortuna di vederlo dirigere una grande orchestra, ricordo solo la prima parte del concerto, dal secondo tempo in poi ho avuto la febbre alta, emozione e stordimento causati dalla bellezza della Musica? Mi piacerebbe raccontarlo così ma si trattava dell’inizio di una banale influenza.
Un anno dopo l’ho incontrato Ennio Morricone, grazie all’invito dell’amico Massimo Cardinaletti, in occasione della consegna al Maestro del premio Gentile da Fabriano. In quell’occasione ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con il lui, sempre cordiale (e severo dove necessario…) con i giovani compositori. Gli ho consegnato dei miei lavori e chiesto di autografare quel disco in vinile che avevo acquistato più di vent’anni prima.
Passa un’altro anno, mi iscrivo al laboratorio di Musica per Film, una esperienza che ha trasformato in meglio la mia vita professionale grazie ai tanti Maestri dei quali ho potuto seguire le lezioni.
Il direttore artistico di quel laboratorio era proprio il Maestro, ho avuto il privilegio assoluto di poter ascoltare le sue lezioni e brevemente di poter parlare di nuovo con lui “de visu”, dopo avergli consegnato un mio nuovo lavoro mi ha detto “Sarò sincero, non so se avrò tempo di ascoltarlo, ma lo conservo con me in borsa”.
Poi mi ha fatto la domanda di rito “Lei ha studiato in Conservatorio ?” “Si Maestro, mi sono diplomato in Jazz a Pesaro” . Mi ha guardato con un sorrisetto furbo, un misto di paterna disapprovazione e di complicità “Allora scriverà sempre Colonne Sonore come un Jazzista…va bene”. In quella osservazione ho ritrovato tanta della filosofia musicale di Morricone, un compositore che viene dalla scuola severa di Petrassi, ma anche un improvvisatore aperto a tutte le Musiche del ‘900. Ecco se c’è un compositore che è riuscito con creatività ed intelligenza a condensare le tante esperienze della Musica del ‘900 quello è Ennio Morricone.
Da lui, dalle lezioni, dagli innumerevoli ascolti di dischi e visioni di film, dalle letture di libri, saggi, interviste, ho imparato tante cose.
L’importanza dell’originalità “Quando qualcosa è di moda…vuol dire che è già vecchia”.
L’importanza del vivere la composizione come un’arte ed un’artigianato, lui che ha sempre scritto musica con matita e fogli pentagrammati (come John Williams, anzi di più perchè nel suo studio Williams ha un pianoforte, Morricone neanche quello).
La necessità di ridare la giusta dignità al Mestiere del Compositore di Musica per Immagini, per questo ha accettato di diventare il Presidente onorario dell’ACMF associazione che si batte per i diritti dei compositori di Musica Applicata.
Pur avendo scritto centinaia di Colonne Sonore, Morricone ha rifiutato o abbandonato molti progetti, nei casi nei quali si è accorto che non gli era garantita la libertà necessaria per esprimere le proprie idee in Musica. Una lezione enorme di dignità e di integrità e di rispetto nei confronti della Musica.
Da lui ho imparato anche che la Musica per Film deve sì mettersi al servizio della pellicola, ma anche essere in grado di tenersi in piedi sulle proprie gambe, deve poter aver “vita propria” al di fuori del Film. Molte Colonne Sonore moderne vanno in direzione opposta, i compositori sembrano fare di tutto per non prendersi rischi e per rendere la Musica marginale e facilmente dimenticabile. Morricone ha sempre cercato (e ci è decisamente riuscito) di scrivere Musica importante e dignitosa, con caratteristiche innovative e sperimentali, anche per quei film che di qualità magari non erano.
Ho imparato a non temere le dissonanze, a rendere piacevoli e familiari anche i passaggi musicali che potrebbero sembrare più ostici ad un primo ascolto.
Ho imparato la capacità di lavorare con pochi strumenti e farli sembrare…tanti! Molte sue Colonne Sonore sono state registrate con budget esigui, la sua genialità era trovare soluzioni armonico, ritmiche e di orchestrazioni che andavano ad arginare questi limiti. Il “limite” come stimolo alla creatività, il coraggio di prendersi dei rischi, anche ad inizio carriera, quando per paura tutti, o quasi, sono disposti ad accettare i mille compromessi che il lavoro pretende.
“Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata.”
Ho iniziato a fare scelte professionali qualitativamente giuste, ed a scrivere Musica che posso riascoltare senza rimpianti, da quando seguo questi suoi insegnamenti.
Grazie Maestro Morricone