ENNIO di Giuseppe Tornatore (Recensione)

ENNIO By Giuseppe Tornatore

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Ho avuto la fortuna di conoscere Ennio Morricone e di studiare, seppur brevemente, con il Maestro. La sua figura di compositore e la sua Musica sono state sempre un faro luminoso per la mia carriera. Scrivere una recensione obiettiva di questo documentario è per me impossibile, parlerà il mio cuore.

Partiamo innanzitutto dalla constatazione che non si tratta di un Tributo ad un compositore scomparso, è un lavoro che parte da lontano, alcune interviste sono state realizzate più’ di tre anni fa, quando Morricone era ancora in questa dimensione. Si tratta dunque di un documentario di Morricone più che su Morricone.

E’ un progetto dove i due amici, Tornatore e Morricone, collaborano per raccontare il compositore e l’uomo, già qualche anno fa è uscito in Italia un bel libro con una lunga intervista di Tornatore ad Ennio “Ennio un Maestro”. Per capire il livello di intimità fra i due basti pensare che Ennio aveva dichiarato già alcuni anni fa che non avrebbe più scritto colonne sonore se non per il suo amico “Peppuccio”. E Peppuccio è stato l’unico non familiare ammesso alla riservatissima cerimonia funebre del Maestro. Ennio è stata sempre una figura riservata, anche nel lavoro, molto orgoglioso dello stesso, ma schivo nel raccontarlo nel raccontarsi. Negli ultimi dieci anni di vita pero’, complice la volontà di riscatto e l’intenzione di ridare dignità al lavoro del compositore di Musica per Film (non il suo personale ma quello di tutti i compositori), Il Maestro ha deciso di raccontarsi in tutti i modi possibili, libri scritti a quattro mani (come quello bellissimo di Alessandro di Rosa che vediamo tra gli intervistati nel Documentario), conferenze, Masterclasses, faticosissime tournée mondiali e questo documentario. Si perché il documentario è si il racconto fatto attraverso l’occhio dell’amico e del regista, ma anche il racconto autobiografico del compositore che decide di letteralmente mettere a nudo la propria anima, mostrare le sue fragilità’ per raccontare le difficoltà’ (anche le più’ intime) di chi si trova a combattere una guerra impari con il foglio bianco, armato solo del proprio cuore, di una matita e del genio.

Il documentario racconta non solo i successi ma anche, e soprattutto direi, gli scontri con i registi, le mortificazioni, i ripensamenti, i dubbi che ogni compositore vive sulla propria pelle. Basti pensare agli Oscar negati (Mission e Untouchables), o al dramma di vedere il proprio lavoro per il Cinema sminuito dai suoi pari, dai compositori di musica “seria” persino dal suo Maestro Petrassi,che ha sempre venerato come un nume tutelare. Se fosse stato un documentario Americano dedicato ad un compositore Americano avremmo assistito alla glorificazione dell’eroe, alla celebrazione dei successi. Il punto di vista qui è decisamente italiano, direi quasi neorealista, senza facili pietismi assistiamo al racconto delle mille difficoltà che il compositore affronta ogni giorno della sua vita, le ansie, i dubbi i ripensamenti. Ma soprattutto la determinazione di difendere il proprio lavoro, la dignità dello stesso ed il rispetto per la Musica. Il Documentario procede in maniera cronologica, a partire dall’infanzia del Maestro, dagli studi della tromba in conservatorio (stesso strumento suonato dal padre) ai primi film, i primi successi grazie anche alla collaborazione con l’amico ritrovato Sergio Leone, le sperimentazioni continue ispirate alle avanguardie, la ricerca della novità, del suono, della tecnica inedita, fino alla consacrazione mondiale come uno dei più’ grandi compositori del ‘900. Il tutto avviene grazie ad un sapiente montaggio di interviste allo stesso Maestro (alcune d’archivio, la maggior parte realizzate appositamente per il film), alle persone che hanno lavorato con lui (Musicisti, Registi, Saggisti) e soprattutto a tanti musicisti e compositori (Williams, Danna, Zimmer, Metheny, Quincy Jones, Springsteen per citarne alcuni) che tributano al Maestro lodi senza fine, contribuendo a tramandare la sua lezione di Amore e Rigore nei confronti della Musica e del Cinema. Ne traspare una visione della Composizione come una battaglia non cruenta (che egli stesso paragona agli amati scacchi) nella quale il Compositore combatte contro se stesso nella continua volontà di rinnovarsi e migliorare.

Il film è una meravigliosa lettera d’amore non solo al Compositore e all’Uomo ma anche al Mestiere universale di Compositore.

Trailer

Intervista a Tornatore

 

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