LA COLONNA SONORA RIFIUTATA – CRONACA DI UN FALLIMENTO

Potete ordinare il CD della colonna sonora rifiutata al seguente LINK  tutto il ricavato andrà a favore delle associazioni umanitarie che si occupano dei rifugiati.

C’è un detto ad Hollywood che recita:

“Non sei un vero compositore di musica per film se non ti è stata rifiutata almeno una partitura”

E tal proposito vi cito il libro di Gergely Hubai Torn Music: Rejected Film Scores, a Selected History” (Link per acquistare il libro su AMAZON https://amzn.to/38PTIA3) in cui si parla proprio di tutti gli score che sono stati rifiutati anche a grandissimi come: Alan Silvestri, Ennio Morricone, Michael Kamen, Jerry Goldsmith, Howard Shore, John Barry….Ci sono tutti tranne John Williams!

Perché vi parlo di questa cosa?

Perché sono diventato anche io compositore a partire dalla scorsa Estate dato che mi è stata stata rifiutata una partitura.Insomma… sono stato licenziato, non ci sono altri modi di dirlo!

Ritengo importante condividere con voi anche i fallimenti dato che questi ahimè fanno parte della vita, quindi oggi vi racconto un aneddoto personale dal quale credo possano essere tratti molti insegnamenti.

Ma veniamo al dunque…Vengo contattato da un amico regista che mi dice: “Sto facendo un film e vorrei che tu ne facessi la colonna sonora”.

Stimandolo molto come regista mi rendo subito disponibile al lavoro senza nemmeno aver preso visione del copione o aver avuto alcun dettaglio in merito al progetto.

Dopodiché ricevo il copione (effettivamente bello), lo leggo e comincio ad interfacciarmi con la produzione spiegando la tavolozza di suoni che avevo intenzione di inserire (quartetto d’archi più synth ed elettronica in generale).

Il mio consiglio in questi casi è proprio di iniziare a lavorare alle musiche a partire dal copione in modo che poi il montatore possa utilizzare i provini come temp-music.

Quindi scrivo diversi brani, li faccio ascoltare alla produzione a cui piacciono e lo stesso regista ne è entusiasta al pari di chi si occupa del montaggio.

Quindi a Giugno il film viene girato e montato sulle mie musiche. Nel frattempo, però, mi sorge un dubbio… Non vedo ancora il contratto e nemmeno so quale sarà il mio compenso!

Lì per lì, trattandosi di una produzione giovane, penso che questo sia dovuto al fatto che avessero molte cose da fare nella pre-produzione ed organizzazione del film, quindi aspetto qualche settimana e poi chiamo il produttore.

Contattato il produttore questo mi fa richiamare dalla produzione che mi comunica il compenso e mi rassicura sul fatto che poi di lì a breve il contratto sarebbe arrivato.Fatto sta che questo contratto, per una serie di loro disguidi, da Giugno mi è arrivato 2 giorni prima di Ferragosto!

Quindi a Ferragosto, a lavoro quasi ormai finito, mi sono ritrovato a spulciarlo rendendomi conto che non avrei mai potuto firmarlo per una serie di problematiche presenti in esso (vedere il mio precedente articolo).

La produzione comunque mi rincuora dicendomi che si sarebbe potuto trovare un accordo legale dato che non potevano certo cambiare compositore a quel punto…

Nel frattempo sotto Ferragosto mi arriva il montato (quindi vedo il film montato sulle mie musiche, musiche evidentemente piaciute molto alla persona che si occupava del montaggio oltre che al regista) e col regista ci mettiamo a fare una bella Spotting Session (la visione nella quale si decidono in quale scene va la musica) sul montato scena per scena.

Fatto ciò mi rimetto a lavorare alle musiche, le ripropongo, facciamo una seconda Spotting Session col regista, apportiamo ulteriori modifiche e otteniamo un cut delle musiche che piaceva molto ad entrambi.

Il cut viene poi mostrato alla produzione ma il regista in seguito mi chiama per dirmi che…lo screening non è andato bene.

In seguito c’è stata una call su Zoom con produzione, Music Supervisor, regista e montatore e mi comunicano che bisogna rifare tutto da zero. Io casco letteralmente dalle nuvole!

Che opinione personale mi sono fatto in merito all’accaduto? Che si sono resi conto di non avere il film che pensavano di avere!

Quindi mi comunicano che ho 15 giorni di tempo per rifare tutto il lavoro ex novo ed io accetto, benché mi rendessi conto che un lavoro di 15 giorni (paragonato a quello dei mesi precedenti che avevano portato a un film ormai già montato su quelle musiche) non sarebbe stato certo la scelta migliore possibile.

Forse non si aspettavano questa mia nuova disponibilità e quindi dopo qualche giorno mi ricontattano dicendo che sarebbero andati in una direzione diversa, cambiando compositore.

In realtà di questo non c’è poi molto da stupirsi perché è un qualcosa che capita di frequente (non a caso il libro che vi citavo all’inizio tratta proprio di questo argomento), ma l’aspetto drammatico è che questo licenziamento è capitato a contratto…non firmato! Errore incredibile di valutazione da parte mia, l’errore del dilettante, del primo degli esordienti insomma!

Quindi ricordatevi… prima di scrivere anche solo una nota firmate il contratto! Perché così facendo cosa succede?

Succede che nel caso in cui vi venga rifiutata la partitura vi devono comunque pagare in toto.

Perché? Perché avete lavorato per mesi a quel film e quindi dovete essere pagati in tutto e per tutto, perché voi avete fatto il lavoro che vi è stato richiesto dall’inizio alla fine.

Se poi quel lavoro non piace alla produzione possono chiedervi tutte le revisioni che vogliono ma non possono in alcun modo dirvi: “Questa cosa che hai fatto non ci piace, non ti paghiamo!”.

No! Voi avete lavorato, siete stati scelti, avete fatto i provini, lo score è stato approvato dal regista o chi per lui quindi devono pagarvi in toto.

Tornando alla mia esperienza ci siamo accordati tra gentiluomini per una certa cifra (che non era la cifra totale ma la metà di quello che mi sarebbe spettato) ma quantomeno ho mantenuto la proprietà delle musiche, cosa molto importante. Tali musiche sono ora diventate parte di un album, un progetto solista i cui ricavati saranno devoluti alle associazioni che si occupano dei profughi Ucraini (LINK ).

Certo, se avessi firmato il contratto prima, mentre lavoravo o addirittura prima di iniziare a lavorare,  avrebbero dovuto pagarmi l’intera cifra perché il rischio d’impresa non è del compositore ma della produzione. Quindi se decidono ad un certo punto che per motivi loro vogliono cambiare totalmente le musiche devono essere consapevoli che hanno già speso un certo budget per lavorare con un compositore e che dovranno spendere altrettanto per lavorare con un altro e registrare di conseguenza le musiche.

Altra cosa che vi consiglio è quella di cercare sempre di capire a chi spetta la decisione finale sul film. Il mio rispetto è andato in questo caso (e andrà sempre) al regista. Io mi fido e appoggio comunque la decisione del regista e non quella della produzione.

Magari è stato un mio errore, avrei dovuto indagare di più su quello che desiderava la produzione, però la mia riflessione è che il regista è la persona che nel film ha la responsabilità totale!

Quindi devo accontentare in primis il regista e se io lavoro a un cut delle musiche, ad uno score che lo soddisfa completamente per me ho fatto nel migliore dei modi il mio lavoro, ho servito bene la mia visione del film e ho servito bene la visione del film del regista. E tanto mi basta!

Poi sta al regista e alla produzione accordarsi tra di loro sul perché e il percome di alcune scelte. Questa, ripeto, è una mia visione.

Nel mio caso la produzione, a cose fatte, ha sottolineato la mia ingenuità nel dare retta al regista perché non si vive più nell’epoca del cinema d’autore, ad oggi un film è un film della produzione, è un film che è uno sforzo produttivo tra produzioni mentre il regista è la persona che lavora al film ma non ne è l’autore. Questa cosa un poco mi ha sconvolto dato che la mia visione del cinema è altra.

Ad oggi reputo necessario distinguere cosa è cinema, cosa è film per la televisione, cosa è streaming, cos’è Netflix, perché adesso è tutto un calderone magico dove tutto è mescolato insieme, ma non dovrebbe essere così. Per me il cinema è un uno sforzo autoriale!

L’autore è il regista, l’autore è lo sceneggiatore, l’autore è il soggettista, l’autore è il compositore, per me è questa la componente autoriale del film.

Quindi, ripeto, il mio errore (del quale per altro non mi pento) è stato quello di aver  perseguito la visione del regista che era totalmente concorde con la mia ma non con quella della produzione.

E qui mi sorge un’altra riflessione importante. Ad un certo punto la produzione ha messo in gioco anche il Music Supervisor che ha preso proprio il ruolo di dare una direzione sonora al film.

Però una volta che regista e compositore lavorano insieme affidare la visione sonora al Music Supervisor secondo me è un azzardo, perché dal mio punto i vista il Music Supervisor tenderà in ogni modo ad accontentare la produzione a discapito della visione del regista del film e del compositore.

Un’altra cosa su cui voglio riflettere con voi è che a un certo punto la produzione (dopo aver ascoltato diversi provini) l’unica annotazione che mi aveva fatto era che ci volessero “più thriller e più percussioni”.

Più percussioni su una tavolozza per archi e elettronica? Mah! si può anche provare, magari è una cosa interessante. Se non chè nelle varie spotting sessions che abbiamo fatto col regista non abbiamo trovato  spazio per queste richieste che ci sono sembrate andassero in una direzione di visione commerciale del film ma non attinente allo stesso.

Quindi questa cosa mi ha fatto sospettare che la produzione in realtà avesse prodotto un film ma avendone in mente un altro!

Cerco di spiegarmi meglio con un esempio…E’ come dire che nelle musiche del film “Il silenzio degli innocenti”c’è poco romanticismo. Ma caspita, non parliamo di un film romantico!

Quindi a volte le richieste della produzione sono richieste che hanno poco a che fare con il film stesso.

Per quanto riguarda il Music Supervisor, ribadisco, dargli in mano alcune scelte che sono artistiche e autoriali è una scelta azzardata, che molto va nella direzione del film TV o di Netflix.

Quindi, ricapitolando il tutto. Il mio consiglio è: cercate di capire da che parte stare e cioè se volete lavorare rispettando voi stessi, il film, il cinema oppure se volete lavorare molto e allora dire “sì” a tutto e a tutti soprattutto ai produttori che poi sono quelli che pagano.

Noi compositore siamo eterni liberi professionisti quindi siamo geneticamente programmati per accontentare qualcuno, però fare questo delle volte vuol dire non fare il bene del film o in generale del Cinema o dell’Arte.

Sta a voi cercare di capire un po’ come giostrare il tutto e chiaramente non è semplice farlo.

Se non siete mossi dal lavorare tanto ma dall’amore per il cinema cercate di insistere su dei paletti  che sono importanti per quanto riguarda le nostre ricerche autoriali!

Quindi siate sempre molto prudenti perché se vi viene rifiutata una partitura, se venite licenziati, se il vostro nome non compare in locandina o sui titoli di testa e quindi la vostra musica non viene utilizzata, avrete un “buco temporale” nel vostro curriculum che oltre a provocarvi il dispiacere di vedere il vostro lavoro messo in discussione vi lascerà fuori dall’ambiente lavorativo per un numero di mesi corrispondenti a quelli in cui avete lavorato per quel film innescando una serie di eventi spiacevoli a cascata.

Spero che questo mio racconto vi sia stato utile perché ripeto… non c’è niente più efficace del condividere i propri fallimenti!

 

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