Non saprei da dove iniziare se non dalla frase più banale che utilizzerò un giorno per raccontare questa esperienza ai miei nipoti: “Io c’ero, io ero lì…”.
Devo fare alcune premesse: sono cresciuto negli anni ’80 nell’epoca d’oro del cinema per ragazzi. E.t., Indiana Jones, Star Wars (e praticamente tutto quanto abbia visto coinvolto in qualche maniera Spielberg) sono stati il mio immaginario. Film visti in sale affollatissime o in arene all’aperto, pellicole riviste decine e decine di volte in VHS logorate dall’uso. Per capire: fino a 20 anni circa la mia carriera scolastica è stata proiettata verso l’obbiettivo di diventare…Indiana Jones. Questo immaginario fantastico é stato nutrito dalla musica scritta da Sir John Towner Williams.
Lo stesso Williams é stata poi la ragione per la quale ho iniziato prima ad appassionarmi di Colonne Sonore e poi iniziare a scriverle. Ricordo precisamente che la scintilla é scoccata leggendo un articolo che parlava del leitmotiv della Forza nel contesto della prima (ed unica all’epoca) trilogia di Star Wars. Tutti quello che ho fatto nella mia professione di compositore è stato imperniato intorno al modus operandi di Williams e Morricone. Anni fa sono partito per Vienna per studiare con Conrad Pope, orchestrato re di John Williams, per avvicinarmi un po’ di più ai segreti del Maestro.
Da sempre leggo e colleziono ogni singola intervista concessa dal Maestro, è il mio modo per “ascoltare” il grande compositore ed essere un poco più vicino a lui.
Nel 2018 avevo acquistato il biglietto per il concerto di Londra alla Royal Albert Hall, concerto annullato a causa di un malore di Williams, che ci ha fatto trepidare non poco. Non sono poi riuscito ad assicurarmi i biglietti per le performances di Berlino e Vienna, delle quali ho potuto fare esperienza solo a distanza grazie ai bellissimi Bluray. Appena annunciato il concerto alla Scala di Milano (originariamente programmato per Giugno 2022) ho gridato al miracolo, ad appena 90 anni il Maestro programma il suo primissimo concerto su territorio italiano, in uno dei teatri più importanti al mondo: “Devo esserci!”. Quando è stato rimandato per conflitti di agenda, anche se di pochi mesi, ho temuto il peggio. Pur con tutta l’energia di un novantenne di acciaio, qualsiasi ritardo (complici anche una pandemia ed una situazione geopolitica internazionale a dir poco incerta) rimette tutto inevitabilmente in discussione. Il 10 Ottobre alle ore 14 al momento della vendita dei biglietti ero di fronte a due computer, ho combattuto come tutti con il sistema che è andato in crash diverse volte ma sono riuscito a procurarmi due biglietti in platea. Sono stato uno dei privilegiati, i biglietti sono andati soldi out in una manciata di minuti. Da quel momento in poi settimane di ansia cercando di schivare in ogni maniera qualsiasi inconveniente avrebbe potuto impedire di partecipare ad uno degli eventi storico musicali più importanti degli ultimi anni.
A sorpresa il concerto di ieri é stato preceduto da una prova aperta agli under 30, mai in vita mia ho desiderato tanto avere 15 anni di meno, spero che i giovani partecipanti si siano resi conto del privilegio assoluto a loro riservato. I video condivisi dalla Filarmonica della scala sono stati la miccia che ha fatto letteralmente scoppiare l’impazienza e la volontà di essere lì a Milano in ogni singolo istante, solo per poter vivere qualche giorno nella medesima città del Maestro.
(dall’account Instagram della Filarmonica della Scala)
12 Dicembre 2022
Siamo a Milano, prima mia esperienza alla Scala oltretutto.
Nel Foyer del teatro che da più di 200 anni ospita i più grandi compositori della storia (Gounod, Berlioz, Bizet, Massenet, Saint-Saëns, Mascagni, Leoncavallo) ho avuto la fortuna di incontrare delle personalità importanti per la storia di Williams.
Emilio Audissino, autore di un bellissimo libro The Film Music of John Williams (qui in foto insieme a me e Massimo Privitera, direttore di www.colonnesonore.net).
Anne-Sophie Mutter, la celebre violinista che ha registrato più di un disco insieme a John Williams, oltre ad aver partecipato come solista al concerto di Vienna.
Ore 20.00 le poltrone si riempiono, l’elettricità presente in sala é palpabile. L’orchestra prende posto, anche loro avvertono l’importanza dell’evento, Williams ha scelto la Scala e la Filarmonica per celebrare la sua presenza in Italia. Una volta posizionati i musicisti si leva in sala un applauso ed un boato, Williams con passo deciso entra in sala, saluta e si posiziona sul podio.
Il concerto prevede il programma che potete leggere di seguito, alcuni brani sono immancabili nel suo repertorio, altri sono delle belle sorprese, penso al tema d’amore tratto da Superman. Nel bis il tema di Yoda e la Marcia Imperiale.
Flight to Neverland
Suite from Far and Away
Hedwig’s Theme
Fawkes the Phoenix
Harry’s Wondrous World
Theme from Schindler’s List
Adventures on Earth
Superman March
Love Theme From Superman
Scherzo for Motorcycle and Orchestra
Helena’s Theme
The Raiders March
Princess Leia’s Theme
Throne Room and Finale
Encore:
Yoda’s theme
Imperial March
Tutti conosciamo l’importanza di Williams come compositore, più di cinquanta nomination agli Academy Awards, 5 vittorie. Il mio sguardo si é fissato per le due ore del concerto su Williams direttore d’orchestra, gesto sicuro, energico, essenziale ma imperioso, deciso ma delicato. Un gigante dal carisma potente che riesce a dirigere anche con minimi movimenti del dito mignolo, camminando a seconda della necessità a grandi passi o in punta di piedi per guidare l’orchestra e portarla lì dove la sua musica deve essere, senza nulla concedere al caso. Williams ha 90 anni, ho visto una energia fisica e mentale incredibile, a prescindere dall’età. Avrei voluto avere la registrazione video di una telecamera puntata solo su di lui, con il senno di poi avrei volentieri acquistato dei biglietti nei palchi che erano a ridosso del palco, perdendo l’equilibrio del suono dell’orchestra ma guadagnando una visuale che mi avrebbe permesso di apprezzare ogni minimo gesto direttoriale. Ho avvertito molta più energia da parte sua in confronto alle registrazioni viste in altri concerti. Come nelle sue composizioni non lascia mai che una sezione o un musicista si possano “annoiare”, c’è musica per tutti, in continuazione, senza sosta. E così é la sua direzione d’orchestra, attenta ad ogni singolo musicista nella ricerca del suono unitario (é uno dei pochi ormai che non registra l’orchestra in sezioni separati affrontare, affinché tutti respirino e traspirino musica insieme), valorizzando allo stesso tempo le peculiarità sonore di ogni strumento. Vedere come il suo gesto si fa suono é stata una grandissima lezione, osservare con quanta forza ed amore, direi paterno, riesce a condurre i musicisti alla metà é una immagine che dimenticherò difficilmente. Tra un brano e l’altro neanche il tempo di prendere fiato o bere un goccio d’acqua, accennando qualche parola in italiano (“buonasera” “grazie mille”) procede al racconto dei brani con aneddoti sulla loro composizioni e sulle pellicole alle quali quelle musiche sono indissolubilmente legate. Ha sottolineato il privilegio di poter fare vivere quelle musiche al di fuori del contesto, limitato, della pellicola. E anche senza immagini a solleticare la fantasia abbiamo visto biciclette volare attraversando il cerchio lunare, esploratori alla ricerca di tesori preziosi, giovani maghi giocare a Quidditch volando sulle scope, giornalisti con gli occhiali diventare supereroi.
Non mi soffermo sulla performance dell’orchestra perché il mio focus qui é sulla figura di Williams che dall’alto dei suoi novant’anni ha mostrato cosa significa avere la statura di un grande direttore. Senza addentrarmi nei dettagli, penso di essere nel giusto nel dire che si é trattata di una versione “italiana” della musica di Williams, più passionale in alcuni passaggi, decisamente molto a suo agio nei momenti più melodici del programma. Voglio solo segnalare il suono degli archi (che, sotto la sua direzione diventano “archi alla Williams” quel suono di velluto che tutti conosciamo) ed la bellissima sonorità del primo flauto che ha reso protagonista lo strumento in vari passaggi con, apparente, semplicità ed unicità si suono: probabilmente la migliore esecuzione per flauto in tante performances ascoltate dedicate alla musica di Williams.
Non posso neanche scegliere un momento preferito, ma dovendo selezionare una memoria da preservare devo necessariamente selezionare il “Flying Theme” da E.t. la dedico al me bambino che da dietro gli occhiali iniziava ad innamorarsi della magia del Cinema ed al mio amico Claudio, Spielberghiano della prima ora, con il quale avevo progetto di assistere insieme al concerto di Williams a Giugno. Claudio purtroppo é mancato lo scorso Settembre, E.t. era il suo film preferito, dedico a lui questa esperienza che avremmo dovuto condividere.
Di seguito la copertura stampa dell’evento
https://www.wired.it/article/john-williams-scala-milano-concerto-prove-incontro/
https://tg24.sky.it/spettacolo/2022/12/14/john-williams-concerto-teatro-alla-scala
https://www.rsi.ch/play/tv/telegiornale/video/intervista-a-john-williams?urn=urn:rsi:video:15855043
John Williams in Milan: Unbelievably Magical