Oggi voglio parlarvi di quanto costa fare il compositore di colonne sonore e, come a breve vedrete, si tratta di un bel tuffo nella realtà perché parliamo di un mestiere che non è soltanto fonte di guadagni ma si accompagna anche a tutta una serie di costi che devono essere sostenuti.
Per fare chiarezza sull’argomento vi parlerò nello specifico di quelle che sono le spese più o meno fisse o ricorrenti e che sono strettamente correlate ai vari servizi digitali necessari alla professione.
Il primo di questi strumenti è Google One. Google One è la suite a pagamento di Google che permette di ottenere più spazio di archiviazione per conservare i propri dati su Google Drive, Gmail e Google Foto rispetto ai 15 GB di storage offerti gratuitamente da Google a tutti i suoi utenti. Google One ha un costo di 1,99€/mese (24€/anno) e offre uno spazio di archiviazione di 100 GB. Perché personalmente ho deciso di acquistare quest’espansione? Non tanto per avere più spazio su Google Drive quanto per averne di più dedicato alle mail che sono lo strumento principale che utilizzo per lavoro dovendo scambiare file con i registi, produttori, montatori. Quindi capite bene che mi si rende necessario avere anche un archivio dello storico online delle conversazioni intercorse nonché di tutti gli allegati.
A Google One si aggiunge Cubase, un software per compositori che copre tutte le fasi della produzione musicale: dalla composizione al mastering. Il costo base di Cubase è di 570€ ma è un costo che non metto in budget perché una volta acquistato resta vostro a vita. Il costo da mettere in budget, invece, è quello relativo ai suoi upgrade che escono solitamente una volta l’anno ed hanno un costo di circa 100€. Quindi c’è da mettere in conto che per avere l’ultima versione di Cubase ogni anno dobbiamo spendere 100€ e dobbiamo averla perché ogni upgrade apporta dei notevoli miglioramenti che semplificano e velocizzano il nostro lavoro. Quindi ai 24€/anno di Google One sommiamo i 100€/anno di Cubase e siamo ad un totale di costi di 124€/anno.
Altro programma da acquistare è Dorico, programma di notazione musicale che io utilizzo molto quando compongo. Anche qui il discorso è il medesimo, la base d’acquisto è di 570€ con aggiornamenti annuali di 100€ che sommati ai precedenti costi calcolati ci danno un totale annuo di 224€.
Veniamo adesso a SoundCloud che è la piattaforma (gratuita o a pagamento) che ci consente di caricare le nostre creazioni musicali e diffonderle in streaming. Anche se non proprio economica la ritengo molto utile perché molti Music Supervisor la frequentano e possono creare playlist in cui inserire anche i nostri brani andandoli ad incorporare (cosa che non potrebbero fare se fossero caricati unicamente sul nostro sito). In questo modo la nostra musica ha la possibilità di raggiungere molte più persone e in luoghi chiave della produzione cinematografica e della discografia, quindi ve lo consiglio. Potrete inoltre realizzare le vostre playlist dove aggiungere/eliminare brani, vedere quali sono i più ascoltati e avere altre opzioni quali 3-4 mastering dei brani effettuati al mese. Principalmente io utilizzo questa piattaforma per caricare il mio archivio da far ascoltare o per creare playlist per i registi a cui inviarne il link affinché possano ascoltarle ovunque. Il servizio base di SoundCloud è gratuito e consente di caricare un totale di 2 ore di musica, ma capite bene che per chi non è proprio agli esordi ma ha un repertorio più vasto queste risultano insufficienti. Per ovviare al problema è disponibile la versione a pagamento che offre un minutaggio illimitato con un costo di 8,25€/mese (99€/anno), per cui il nostro totale dei costi arriva a 324€/anno.
Per la gestione del sito internet, poi, avremo bisogno di WordPress la cui versione base (che è un blog “nome”.wordpress.com) è gratuita, ma spendendo 4€/mese (48€/anno) si può ottenere un dominio personale (“nome”.com). Io vi consiglio di avere sempre un vostro sito personalizzato e credo che quella di WordPress sia la soluzione più economica e pratica che possiate avere a disposizione. E così i nostri costi complessivi salgono a 372€/anno. Quella di WordPress ovviamente è la soluzione più economica ma ne esistono anche altre. Personalmente io sono passato da WordPress ad Aruba (sempre un sistema WordPress), quindi ho caricato il software WordPress su server Aruba. Perché io ho fatto questa scelta?
- In questo modo ho ottenuto una mail aggiuntiva personale (info@kristiansensini.com) che conferisce una certa professionalità.
- Sul blog WordPress non potevo andare a caricare dei file molto pesanti poiché c’è un limite di dimensioni che con Aruba viene meno.
Parliamo poi di IMDB (Internet Movie DataBase) la cui versione Pro costa 135€/anno. E’ il posto nel quale si deve essere! all’estero se non siete su IMDB non esistete, non siete professionisti del cinema! Quindi cercate di lavorare innanzitutto per avere dei credits su IMDB, assicuratevi che i lavori piccoli o grandi che fate siano listati in questo sito che è il contenitore assoluto del cinema soprattutto americano. La quota annuale di 135€/anno di IMBD Pro vi consente di poter gestire il vostro account mettendo foto, di poter aggiornare liberamente il vostro curriculum e tutto quello che riguarda la vostra attività, di inserire dei brevi showreel (anche se non di elevatissima qualità). Sommando anche questo importo arriviamo ad un totale di costi complessivi di 507€/anno.
Altri costi sono quelli collegati alla SIAE in cui è fondamentale essere presenti perché è una società di collecting che si occupa di incassare per noi le royalties del diritto d’autore. Il costo dell’iscrizione annuale alla SIAE è di 150€, costo che però potrebbe anche andare ad azzerarsi nel momento in cui i diritti di autore incassati lo vadano ad eguagliare come importo. Se così non fosse, però, questo costo si sommerebbe a tutti i precedenti arrivando al totale di 657€/anno.
In più io faccio parte almeno di una paio di associazioni i cui una è l’Acmf (Associazione compositori di musica per film) il cui costo d’iscrizione come socio sostenitore è di 150€. Potete andare sul loro sito (http://www.acmf.it/) per verificare le varie quote disponibili dato che potete partecipare all’associazione anche come associati con costi diversi. Io vi consiglio vivamente di prenderne parte perché ci aiuta a combattere delle piccole battaglie che come compositori sono per noi fondamentali.
Un’altra associazione americana a cui sono iscritto è la Scl (Society of Composers & Lyricists ) il cui costo è di 58€ (208€/anno) che aggiunto ai costi precedenti porta ad un totale complessivo di 865€/anno.
Veniamo ora ai costi legati al commercialista tenendo conto che le cifre di cui vi parlerò possono variare in base al luogo in cui voi abitate e da dove si trova il commercialista a voi più vicino, così come dal tipo di pratiche deve fare ecc. Tenendo conto di quella che è la mia gestione (per un compositore un commercialista non deve fare tantissimo in realtà, le pratiche necessarie non richiedono lunghe tempistiche) calcolo circa 600€/anno che sommati agli altri costi ci portano a 1465€/anno.
Altra componente fondamentale è l’Energia necessaria al funzionamento delle nostre macchine, per gli strumenti e per la Workstation soprattutto che consuma anche parecchio. Ebbene sì, noi compositori consumiamo molta energia per tutta la nostra attrezzatura! Tenendomi basso ho calcolato un costo di 180€/mese (2160€/anno) che sommati ai costi già visti ci portano a 3625€/anno. Personalmente il gestore di energia elettrica che io ho scelto di utilizzare è NeN. NeN prevede il pagamento ogni mese della stessa cifra come se fosse un abbonamento e poi a fine anno la rata viene ricalcolata sulla base dei consumi effettivi rilevati nell’anno precedente. NeN consente di gestire tutto tramite app e con una piccola spesa aggiuntiva ci installa sul contatore un dispositivo (Robo) che a mezzo dell’ app analizza gli elettrodomestici e ne monitora i consumi. Per tutte queste ragioni ritengo che NeN sia un valido sistema per tenere d’occhio la bolletta e per gestire il nostro lavoro, perché se io so che spendo 180€ al mese dovrò lavorare e guadagnare almeno…180€ al mese. Quindi tutte queste cifre ci servono proprio per comprendere quanto è percorribile la carriera del compositore (o del musicista in generale) perché dobbiamo riuscire a guadagnare più di quanto spendiamo! Se volete passare anche voi a NeN usufruendo di uno sconto potete farlo utilizzando il mio codice sconto @maclura161.
Parliamo adesso di Spotify, strumento che possiamo scegliere di avere o meno poiché non indispensabile per il nostro lavoro di compositori. Personalmente io utilizzo Spotify ma “obtorto collo” perché non mi piace la politica dell’azienda, non mi piace quanto vengono pagati i musicisti per ogni streaming poiché ce ne vuole più di un migliaio per disco per ottenere la stessa cifra che si otterrebbe dalla vendita di un singolo CD! Ma per noi compositori di musica per film Spotify è ahimè un male necessario. Questo perché molti supervisor e molti registi lo frequentano e si fanno le playlist lì, quindi pubblicare su Spotify è utile per questo come lo è anche per noi perché ci consente di: – creare le nostre personali playlist suddivise per aree tematiche in cui raccogliere i brani che più ci interessano – creare playlist dove caricare la musica prodotta da noi da far ascoltare. Spotify è disponibile in versione gratuita (quindi con tutte le pubblicità possiamo andare comunque a fruire della musica) ma io ritengo un gesto di buona volontà sceglierne la versione a pagamento perché almeno quei 99€/anno di abbonamento vengono distribuiti tra i musicisti che si va ad ascoltare. Quindi adesso il nostro totale complessivo di costi è di 3724€/anno.
Veniamo a CrashPlan, sistema di backup online dove fare l’upload protetto di tutto il nostro archivio musicale e non su un server dedicato. Il costo è di appena 108€/anno e lo ritengo una cosa fondamentale. Personalmente spendo molto più volentieri 100€/anno per CrashPlan che per Spotify o IMDB proprio perché mi consente di conservare tutto il materiale di cui potrei sempre usufruire anche se avessi in studio un crash mostruoso che mi facesse saltare il NAS e tutti gli hard disk! Aggiungendo quindi ai costi complessivi CrashPlan arriviamo a 3832€/anno.
Altra spesa da sostenere è l’affitto/mutuo con una spesa di 6000€/anno (mi sono tenuto molto basso, poi dipende da dove si abita). Questo perché se non abitiamo a casa di mamma e papà l’affitto/mutuo è una cosa che dobbiamo tenere in considerazione, è una cifra da inserire sia che lavoriate da casa sia che affittiate uno spazio apposito per farne il vostro studio. E siamo a 9832€/anno di spese.
Poi c’è la Fibra poiché chiaramente del collegamento internet non se ne può fare a meno dovendo lavorare con i file da inviare ai compositori colleghi, ai registi e produttori. Qui dipende da quali sono le offerte dei vostri gestori e quindi genericamente quantifico questa spesa in 30€/mese (360€/anno) che ci portano a 10198€/anno di spese.
Poi ancora c’è Distrokid, il sistema che uso per pubblicare su Spotify e su tutti gli Store digitali. Con 32€/ anno tutto incluso Distrokid ci consente i pubblicare tutto quello che vogliamo in qualsiasi momento. E’ chiaro che poi i guadagni che si hanno dallo streaming e dalla distribuzione digitale sono veramente miserrimi, però è importante esserci, è importante che il nostro nome giri su: iTunes, Apple Music, Amazon Music, Spotify, perché vuol dire che lavoriamo.
Arriviamo così a un totale finale di 10230€/anno e qui mi fermo.
Ma quindi tutto ciò cosa vuol dire?
Considerando che un compositore per un progetto quale un film indipendente guadagna in Italia come premio partitura all’incirca 10000€, si può pensare che facendo un film all’anno si possa vivere tranquillamente andando a sopperire ai costi poc’anzi calcolati… In realtà non è così! Non è così perché poi dovrete anche vivere, mangiare, sostenere i costi della macchina ad esempio o altre spese non necessariamente connesse all’attività di compositore. Quindi fare un film all’anno non basta! Anche perché quei 10000€ li devo fatturare e quindi devo pagare una serie di tasse. Quindi se io faccio un film per 10000€ per via della legislazione fiscale italiana in realtà ne guadagno circa la metà. Poi è chiaro che dobbiamo organizzarci per guadagnare di più per essere tranquilli, e qui si apre una parentesi enorme ovvero il dover avere dei guadagni che sono alternativi a quelli derivanti dallo scrivere e pubblicare una colonna sonora. Devo avere guadagni di SIAE, devo avere guadagni di royalties (quindi pubblicare e fornire brani alle music libraries), avere tutta una serie di introiti cosiddetti “passivi”, cioè che entrano mensilmente o annualmente senza che voi facciate “niente” (il diritto d’autore è uno di questi).
Se volete fare i liberi professionisti (noi compositori siamo tali) il mio consiglio fondamentale è di avere comunque un secondo lavoro che vi consenta di avere degli introiti facendovi vivere il vostro lavoro di compositore in tranquillità e al riparo da piccoli problemi che possono esserci (un film che vi è stato promesso che poi invece salta, ad esempio). Io stesso combino l’attività di insegnante di musica part-time nella scuola a quella di compositore e avere questo stipendio fisso mi consente di stare tranquillo, di poter gestire la mia attività di compositore lavorando come dico io, con i miei tempi e rifiutando lavori che in passato non avrei mai potuto rifiutare perché avrei avuto solo spese insomma. Sinceramente vi dico che attualmente guadagno più come compositore che come insegnante di, però laddove mi saltassero una serie di impegni in studio o di progetti per i motivi più vari diversi (vedi i recenti anni di pandemia o l’attuale guerra mondiale alle porte) avrei comunque una sorta di “paracadute” a proteggermi. Molto poi dipende anche dal vostro regime fiscale. Se avete una partita IVA tradizionale alcune delle spese citate le potrete scaricarle, se invece siete nel regime dei minimi (fatevi consigliare dal vostro commercialista…) no. Naturalmente se siete agli inizi considerate che passerà del tempo prima che iniziate a guadagnare, avrete più spese che guadagni per poi pian piano andarvi ad assestare. In conclusione non prendete quanto qui detto come un modo per volervi scoraggiare bensì ma come una “doccia di realtà”!
Spero che i consigli derivanti dalla mia esperienza personale che ho voluto condividere con voi possano tornarvi utili nella gestione delle spese annuali o ricorrenti derivanti dalla vostra attività di compositori.